Un volta creato il percorso eccoci quindi pronti: gli zaini hanno tutto l’occorrente e io non sto più nella pelle, si parte!

È venerdì, giugno 2020, e dopo tanto aspettare finalmente carichiamo la macchina e raggiungiamo la stazione ferroviaria di Pontremoli. L’ampio parcheggio a quest’ora è praticamente vuoto, se tutto va bene domenica sera saremo di ritorno in treno.

Come dicevano le varie previsioni meteo che avevo consultato…minaccia pioggia; tuttavia, un po’ la voglia di fare andare le gambe dopo tanta reclusione forzata, un po’ che, se le previsioni sono giuste, in giornata il tempo dovrebbe migliorare e il fine settimana è previsto soleggiato e un po’ che, dopo aver studiato tanto, non ci fermiamo certo per due gocce d’acqua…sistemiamo i bastoncini, allacciamo gli scarponi, zaino in spalla e andiamo!

Facciamo il giro del centro storico, questa città mi è sempre piaciuta, ha un qualcosa di fiabesco, quasi magico con il cielo scuro che minaccia pioggia. Facciamo il giro esterno del castello del Piagnaro che ospita il Museo delle Statue Stele, lo abbiamo già visitato in precedenza ma, dopo le recenti nuove scoperte, ci ripromettiamo di tornare a vederlo, ora però dobbiamo camminare. Facciamo giusto in tempo a raggiungere il ponte sul Magra che inizia a piovere e in pochi istanti è un muro d’acqua, ci ripariamo sotto un portico e ne approfitto per dare un’ultima controllata alla mappa, del resto, penso, se viene giù così forte durerà poco…e infatti in pochi minuti l’intensità diminuisce e, anche se non smette del tutto, non importa: siamo ben equipaggiati e possiamo cominciare a uscire dal borgo.

Facciamo poco asfalto e poi comincia la carrareccia e il sentiero. Il primo dubbio che avevo era il passaggio perpendicolare all’autostrada della Cisa, dal computer non capivo come il tracciato potesse superarla, un sottopasso? No, alla fine ci si passa sopra e la vegetazione è tanto rigogliosa che, se non si fa proprio attenzione, non ci si accorge nemmeno che sotto sfrecciano le auto.

Il silenzio comincia ad avvolgere il percorso, non sono mai passato di qui e non so in che condizioni sono i sentieri ma mi accorgo subito che sono larghi e ben tenuti da un’associazione di mountain bike. Oggi però, a parte noi, non c’è nessuno!

Proseguiamo e raggiungiamo il torrente Gordana, dopo qualche deviazione (facciamo un guado sul torrente ma al di là c’è un pascolo recintato e non si può proseguire) torniamo al ponte seguendo la mulattiera. Dopo una piccola pausa pranzo, arriviamo a Torrano e un signore ci accoglie incuriosito:

“dove andate?”

Non azzardo a dirgli qual è la destinazione finale del viaggio ma gli dico dove vogliamo arrivare a sera. Contento che qualcuno passi di lì, mi dà un sacco di informazioni sul tracciato e sono contento che tutto corrisponda a quello che avevo intenzione di fare: siamo sulla strada buona!

Ora siamo in provincia di Zeri e puntiamo la nostra destinazione: Rossano. Arriviamo all’agriturismo, le stanze sono belle e accoglienti ma la vera soddisfazione è la cena tipica con antipasti con formaggi di capra abbinati a marmellate fatte in casa, il moglio, ravioli, l’agnello (sono riusciti a farlo piacere anche a me!) e una meringa finale con frutti di bosco che ricordo ancora adesso!

La mattina, parlando con Emanuele e Anita, confesso che vogliamo riuscire a raggiungere Levanto a piedi e che siamo arrivati da Pontremoli. Mi dicono che il nonno andava a Levanto a prendere l’olio:

“passando di là” (indicano con la mano)

Le conferme mi danno la carica!

Prometto a loro (ma in realtà a noi) che torneremo presto a trovarli e ci rimettiamo in cammino!

La seconda tappa prevede il valico che separa la Toscana dalla Liguria. Se riusciamo ad arrivare in cima all’Alta Via il più è fatto perché sulla parte ligure sono più sicuro e i sentieri li conosco. La tappa è la più dura ma anche la più spettacolare.

Avevo tracciato il percorso più breve ma ci rendiamo conto, a nostre spese impigliandoci tra i rovi, che il vecchio sentiero che raggiungeva l’alta via è ormai chiuso da anni e che dobbiamo tornare indietro un pezzo per riprendere la mulattiera.

Finalmente in vetta al crinale: un piede in Toscana e un piede in Liguria, lo spettacolo è mozzafiato!

Davanti a noi i resti del Castellaro e il Monte Dragnone. Quest’ultimo è inconfondibile e mi emoziona ogni volta che lo vedo, mi sento a casa e proseguiamo spediti giù verso la nostra fine tappa. Gli imprevisti però continuano e c’è ancora tempo per litigare con i rovi. La manutenzione sentieri quest’anno è in ritardo causa covid e la natura ha chiuso altri passaggi. Ho le cesoie da vigna ma non bastano…ancora qualche passo indietro per tornare ad avanzare.

Si scende ancora e giungiamo a Brugnato dove sentiamo di meritarci un canestrello (dolce tipico) nella splendida cornice medioevale del borgo. Qui termina il trekking ma non il cammino. Ci mancano gli ultimi kilometri per raggiungere Borghetto Vara; chiamiamo l’agriturismo e avvisiamo che stiamo arrivando.

Elvio ci accoglie incredulo:

“Ma veramente arrivate da Pontremoli??”

Elvio ha creato una struttura semplicemente divina e ci sfama con un aperitivo in terrazza con un tramonto spettacolare.

La terza tappa ce la godiamo proprio: dopo un giro del borgo di Cassana raggiungiamo il Monte Bardellone e lì c’è l’agriturismo dei nostri amici Marina e Andrea Olivi. Quando dico a Marina che arriviamo da Pontremoli si ammutolisce e fa proprio la faccia di chi sta pensando “Ma non è possibile!?”. Dopo un attimo mi spiega e capisco perché: pochi giorni prima, Silvano Zaccone, il presidente del consorzio Val di Vara le aveva detto che stava studiando un percorso che passava per il Bardellone.

“Aspetta ti do il suo numero!…no meglio che lo chiamo io, vedrai che poi ti chiamerà!”

Con Silvano poi abbiamo passato ore a parlare, increduli del fatto che nel lockdown, senza conoscerci, entrambi studiavamo questo cammino! Silvano è una persona completamente dedita a questo territorio e in questo ultimo anno è riuscito a ottenere i fondi per la creazione della parte Ligure del percorso chiamata Via dei Monti. Il fatto che noi eravamo riusciti a percorre tutto il cammino lo incuriosiva, mi ha chiesto di raccontargli tutto della nostra avventura e ci siamo scambiati impressioni e sviluppi futuri. Sono onorato che ci abbia accettato tra le attività convenzionate dal consorzio e sono convinto che questo percorso avrà ulteriori sviluppi e diventerà un nuovo obiettivo di tanti viandanti.

E’ tempo di scendere, entriamo a Levanto e, anche se dovremmo fermarci alla stazione per prendere il treno per tornare a recuperare la macchina a Pontremoli, proseguiamo fino alla spiaggia.

La baia ci sembra sempre più bella, la sua conquista da tanto lontano lascia in noi il segno indelebile della soddisfazione!

Qui, dove le merci antiche lasciavano il mare per iniziare il loro viaggio attraverso i monti a dorso di mulo, noi abbiamo concluso il nostro viaggio.

Scesi dal treno e raggiunto il parcheggio a Pontremoli ci sembra siano passati ben più di 3 giorni: questo è proprio un viaggio nel tempo, nel verde e tra persone vere ed accoglienti.

Incrociamo lo sguardo di due ragazze vestite da trekking e l’intesa tra viandanti ci fa subito scambiare due parole mentre raggiungiamo le auto:

“Dove siete arrivati? Noi fino ad Aulla…non avevamo molto tempo…”.
“Noi a Levanto”
“Levanto? strano non mi sembra di averla vista tra le tappe della Via Francigena”
“Eh no, lì non la trovi. Noi abbiamo fatto la Via De Pontremolo!

Vieni anche tu con noi: si parte il 03 settembre!

TUTTI I DETTAGLI QUI. TI ASPETTO!

Federico Chiodaroli

Federico Chiodaroli