Ci eravamo ripromessi di parlarvi di una forma diversa di viaggio. Finalmente vi proponiamo per la prima volta una nuova iniziativa, di cui potete trovare i dettagli sul nostro sito: il cicloturismo.

“Il cicloturismo è una forma di turismo praticata in bicicletta, con le varianti “treno + bici” o con i tour organizzati da agenzie che forniscono supporto logistico e trasporto bagagli […].”

Ecco come viene descritto il cicloturismo se si procede a una ricerca su Google. Ma noi non ci possiamo certo fermare qui! Se dovessi sintetizzare il concetto in una sola parola, direi LIBERTÁ. Ma andiamo per gradi. Per prima cosa va sfatato il mito che per provare le emozioni di un viaggio in bicicletta, breve o lungo che sia, si debba per forza essere uno sportivo super allenato. Certo non possiamo permetterci di non aver mai inforcato una bicicletta, ma la fortuna sarà più importante. Anzi, più che fortuna, intendo proprio… il fondo schiena! Sì, perché dopo aver accertato che diverse ore trascorse seduti sulla sella non causeranno nessun problema al nostro sedere, potremo dire di essere già a metà dell’opera. Forse anche oltre! Naturalmente più si avrà gamba, meno si dovrà faticare.

Inoltre un po’ di preparazione ci consentirà di goderci maggiormente i piaceri del viaggio.

Un’altra variabile importante è il tipo di assetto che si deciderà di utilizzare.

Ci sono cicloturisti che partono da casa con la bici carica di borse, all’interno delle quali hanno il necessario per rendersi indipendenti da tutto ciò che non è fonte di approvvigionamento alimentare. Questo tipo di assetto prevede in genere: vestiario, tenda, sacco a pelo, cibo, fornelletto e stoviglie per cucinare. In questo caso la bicicletta sarà piuttosto pesante.

Un approccio alternativo è il bikepacking leggero, che prevede l’utilizzo di borse e sacche meno voluminose, meno capienti e capaci di contenere il minimo indispensabile, ma sufficiente ad affrontare anche un viaggio di diverse settimane. Questo è possibile appoggiandosi a strutture ricettive, alberghi, rifugi o simili.

In questo caso la bicicletta sarà meno pesante e più maneggevole, così permettendo di affrontare terreni più insidiosi. Una forma ancora più comoda è quella che prevede lo spostamento dei bagagli dal punto di partenza al punto di arrivo di ogni tappa giornaliera. In questo caso si avrà la possibilità di pedalare in totale libertà, senza carichi aggiuntivi, se non il minimo indispensabile per eventuali riparazioni e ciò che ci servirà per la giornata.

Qualsiasi formula si scelga, il viaggio cicloturistico è un’esperienza che lascia il segno nello spirito di chi lo affronta.

Non lo dico solo perché ne sono un appassionato, ma proprio perché la bicicletta permette di percorrere un numero di chilometri giornalieri molto maggiore rispetto al viaggio affrontato a piedi.

Si avrà quindi la possibilità di attraversare svariati territori e affrontare diversi tipi di itinerari ad un ritmo elevato, ma senza perdere la magia della commistione con i paesaggi e i panorami che ci circondano man mano che procediamo.

La sensazione di libertà e di scoperta è amplificata proprio dal procedere pedalando e percorrendo distanze che consentono di pianificare tappe giornaliere ambiziose, che quindi portano a scoprire con rapidità porzioni di territorio molto vaste.

Il contatto con la natura dipende anche dalla tipologia di assetto che scegliamo. Dormire in tenda è ben diverso dall’arrivare ogni sera in un comodo hotel. Il secondo approccio offre un ristoro certamente migliore in vista della giornata successiva. Mentre la soddisfazione di faticare sulle salite per poi godersi le discese è una costante che possiamo apprezzare in qualsiasi caso.

Più lungo sarà il viaggio e più si potrà assaporare il distacco dai ritmi frenetici ai quali ci ha abituato la vita di tutti i giorni. Il pedalare ritmato sarà il metro e la misura del passare delle ore durante la giornata. Ad un certo punto vi accorgerete che sarà quasi una sorta di meditazione ‘motoria’.

Ogni qualvolta mi sono trovato ad affrontare un viaggio in bicicletta, ho sempre sentito la necessità di tenere un diario che compilavo sia a pranzo che a fine giornata, proprio per non fare confusione e accavallare i ricordi. Ma l’ho fatto anche per trascrivere sensazioni, emozioni o idee e propositi per il futuro, oltre ai dettagli dei luoghi attraversati, come incroci particolari, punti di riferimento o altre peculiarità del paesaggio.

Un altro dettaglio da ricordare, a piedi tanto quanto in bici, è quello di decidere con cura ciò che vogliamo portare con noi, specialmente se si sta partendo in modalità bikepacking e quindi abbiamo deciso di viaggiare con il minimo indispensabile, ma comunque caricandolo sulla bicicletta.

Nelle mie esperienze spesso sono partito con l’intenzione di rendermi indipendente da tutto ciò che poteva costituire un vincolo alla mia libertà di spostamento. Così facendo, il mio carico diventava importante, il che mi faceva procedere in maniera meno rilassata e spedita.

Ma grazie all’indipendenza ho potuto piantare la tenda in luoghi il cui ricordo è ancora vivido nella mia mente. Mentre altre volte, al termine di lunghe giornate sui pedali, ricordo altrettanto bene l’accoglienza ricevuta presso confortevoli strutture ricettive. Quando si affronta un viaggio di più giorni, la cena, e in generale la fine della giornata, è il momento migliore per fare il punto della situazione, le giuste considerazioni e assaporare i piatti tipici delle località che stiamo visitando.

In Abruzzo e lungo l’anello dei Monti Sibillini le aspettative a livello culinario non sono state tradite e su quelle paesaggistiche non avevo dubbi. Gli itinerari che proponiamo in questi territori sono piuttosto selvaggi e richiedono una bicicletta adatta, almeno una gravel bike, così come quelli in Franciacorta. L’anello abruzzese è di spettacolare bellezza. Si attraversa una terra caratterizzata dalla sua unicità, ricca di natura incontaminata (come le immense faggete), altipiani e borghi antichi.

Ai Monti Sibillini ci si misura con un anello più semplice ma altrettanto panoramico. Si passa per luoghi magici come la piana di Castelluccio di Norcia, dove, se il meteo lo permette, si può già godere della vista sul Mare Adriatico, dal Conero ad Ancona.

Un viaggio in bicicletta nelle terre selvagge sarà un modo di viaggiare dentro noi stessi, un’esperienza incomparabile!

Contattateci per maggiori informazioni, la nostra esperienza e la nostra competenza sono al vostro servizio.

Matteo Aielli