Esploriamo il mondo che ci circonda con curiosità e non possiamo non essere affascinati dai racconti di quella che viene definita l’Era eroica delle esplorazioni polari, ovvero quel periodo a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, in cui angoli del pianeta dovevano ancora essere osservati dall’uomo per la prima volta. A quel tempo, uomini intrepidi avevano messo tra i loro obiettivi i luoghi più remoti; i poli ma anche alcune zone dell’Africa e del Sud america, che dovevano ancora essere descritti nelle mappe geografiche, e rappresentavano soprattutto una sfida al limite delle possibilità umane.

Il 9 agosto 1914, l’esploratore britannico-irlandese Ernest Shackleton partì con la leggendaria spedizione dell’Endurance, tanto leggendaria che sarà presa come simbolo della fine di quell’epoca romantica e pionieristica. L’obiettivo era la traversata a piedi dell’Antartico, ma la nave #Endurance, anche se progettata con le migliori tecniche possibili per quei tempi, rimase intrappolata troppo presto nella morsa dei ghiacci, che in più la stritolarono fino a farla inabissare. #Shackleton e i 27 uomini dell’equipaggio furono costretti ad abbandonarla. Gli obiettivi tanto ambiziosi erano ormai naufragati con l’Endurance, tuttavia la spedizione non verrà ricordata come un fallimento.

Il nuovo obiettivo era uno e soltanto uno: sopravvivere!

Dopo vari tentativi di abbandonare il polo sud e una resistenza di quasi due anni sui ghiacci, Shackleton decise che non c’era più tempo, occorreva provare l’impossibile. Dall’isola di Elephant dove erano accampati partirà con 5 dei suoi uomini per andare chiedere aiuto in Georgia del Sud a bordo della scialuppa di salvataggio “James Caird”, attrezzata per l’occasione con un albero e una vela di fortuna.

Il 10 maggio 1916, poco più di un secolo fa, dopo 15 giorni di navigazione attraverso il mare più tempestoso del pianeta, con onde alte più di 20 metri, la James Caird sbarcò in Georgia del Sud e, coprendo la distanza di più di 1500 km in quei mari, Shackleton e i suoi uomini compirono la più grande impresa navale di tutti i tempi!
Li attesero altri imprevisti, e avventure che richiesero ulteriori imprese, ma alla fine l’esploratore salvò tutti i suoi uomini! La traversata del polo sud non venne compiuta ma Shackleton entrò nella storia come esempio di tenacia e coraggio. Il 16 maggio, raggiunto il porto di Stromness nella Georgia del Sud, scrisse sul suo diario queste parole indimenticabili:

“Avevamo sofferto, digiunato e trionfato, strisciato a terra ma anche sfiorato la gloria, ingigantiti dalla grandiosità dell’avventura. Avevamo visto Dio nel suo splendore, avevamo ascoltato la voce della Natura, avevamo compreso a fondo il vero animo dell’uomo”

Se hai letto fino a qui forse vorrai continuare a documentarti. Per farlo ti consigliamo la lettura del libro ufficiale della spedizione: “Sud. La spedizione dell’Endurance” scritto da Shackleton a partire dai diari redatti durante l’impresa.
Di seguito altre risorse per approfondire:

– Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Spedizione_Endurance
– Le fotografie di Frank Hurley:
https://web.archive.org/…/ww…/US/en/corp/features/endurance/
– La James Caird Society:
http://www.jamescairdsociety.com/
– Ulisse di Alberto Angela
https://www.youtube.com/watch?v=OlBGkQrgLS0
– I video di Frank Hurley:
https://www.youtube.com/watch?v=sgh_77TtX5I&t=6s
– Franco Battiato – Shackleton
https://www.youtube.com/watch?v=7Qx_GJ4P2VI&t=465s

Federico Chiodaroli

Federico Chiodaroli