Imparare a pedalare, un passaggio fondamentale della crescita di un bambino.

Ad un certo punto della nostra infanzia, quasi tutti, ci siamo trovati di fronte alla possibilità di imparare questa nuova abilità che da quel momento ci ha portati a vivere il nostro rapporto con gli spostamenti quotidiani in un altro modo. Da quando la capacità di andare in bicicletta è entrata nella nostra vita è stato l’inizio di un nuovo viaggio a una velocità diversa rispetto a quella del cammino, ma pur sempre modulabile a seconda dei gusti.

Una nuova frontiera percettiva si è aperta ai nostri sensi, una sensazione di libertà accompagnata da quella legata alla velocità, anche se ridotta, se paragonata ad una autovettura. Grazie all’utilizzo della bicicletta si possono comunque coprire tragitti brevi ma anche lunghissimi, in minor tempo senza però perdere la possibilità di fare diventare nostri gli spazi attraversati. E’ un diverso modo di andare, non c’è dubbio, ma che ci permette di ampliare l’area di interesse delle nostre “passeggiate” aumentando la conoscenza del territorio, ci porta alla scoperta e ci parla di avventura.

Certo non tutti si lasciano catturare dalla magia della bicicletta e dal suo modo di farci viaggiare, per i motivi più svariati! Per chi invece sogna ancora a cavallo di una bicicletta e si lascia emozionare dall’avventura di un’esperienza di cicloturismo, vi voglio riassumere l’itinerario che ho appena pedalato nelle terre Abruzzesi e Umbro marchigiane.

Posti selvaggi dove il confronto tra l’uomo e la natura si fa duro specialmente nei freddi mesi invernali e anche perché stiamo parlando di zone ancora fortemente interessate dai fatti legati al terremoto di quattro anni fa.

Dopo essere stato alla scoperta della zona del Parco Nazionale d’Abruzzo, il Gran Sasso, la Maiella e i monti della Laga, mi sono diretto verso nord nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, a cavallo tra Umbria e Marche.

Il percorso seguito ricalca, in parte, il GAS Grande Anello dei Sibillini e prevede ampi tratti di sterrato. Un itinerario che fa apprezzare la natura selvaggia dei monti della Sibilla, con salite e discese, punti panoramici che permettono di spaziare sia sull’entroterra Umbro che sul territorio delle Marche fino alla costa Adriatica.

I monti Sibillini e l’altopiano della piana di Castelluccio fanno infatti da cerniera tra le due aree di questa parte d’Italia. La piana di Castelluccio è famosa per le sue ottime lenticchie ma anche per i pascoli utilizzati dagli ovini e dai cavalli nonché un luogo di svago per chi ama volare con il parapendio. L’anello può essere iniziato da Castelluccio, da Visso o dal lago di Fiastra che sono i principali punti d’appoggio per l’alloggio.

Io inizio il giro da sud perché arrivando da Amatrice mi trovo più comodo e, da qui, per arrivare a Castelluccio si deve risalire, su comodo asfalto, la forca di Presta e una volta conquistata la quota della piana si prende uno sterrato che ci porterà a cavalcare una serie di docili rilievi prima di scendere in maniera decisa verso Visso.

Il percorso è, in questo tratto, per la maggior parte su carrareccia e sentiero ben battuto anche quando la traccia diventa totalmente erbosa. Spettacolare la visuale a 360 gradi che si gode dalla sommità di queste alture.

La piana è alla nostra destra e la si domina in tutta la sua vastità, a Giugno, periodo della fioritura diventa una tavolozza di colori sgargianti.

Da Visso, sempre su asfalto si deve risalire fino a Bolognola, stazione sciistica dalla quale, nei giorni di sereno, si può vedere la costa del mare Adriatico, dal Conero fin quasi a Pescara.

Un tratto in discesa su sterrato ci riporta a quote più basse all’interno di faggete e zone di pascolo. Si passa per Montefortino e ci spingiamo fino a Montemonaco per passare la terza notte. Da qui arrivare a Castelluccio di Norcia richiede poco sforzo, si risale in asfalto attraverso boschi di castagno, mantenendo il Monte Vettore sulla destra, si traversa il fianco della montagna usando comode carrarecce che portano a metà della salita in asfalto della forca di Presta che ci fa accedere nuovamente alla piana.

L’anello può essere percorso sia in versione bikepacking sia con biciclette, magari MTB oppure addirittura E-MTB, senza bagagli al seguito ma con il trasferimento degli stessi da un punto di fine tappa all’altro.

Lo spettacolo selvaggio dei monti Sibillini è tutto da scoprire! Scoprilo con noi! A presto.

Matteo Aielli